Lia ha appena finito la prima elementare, quando la mamma le dice che a settembre non potrà più tornare in classe. Mussolini, che comanda su tutti, non vuole più i bambini ebrei nelle scuole. In realtà non vuole gli ebrei a Torino, dove Lia abita con la famiglia, né a Milano e nemmeno a Roma. Non li vuole da nessuna parte. Con le valigie sempre in mano, i perché nella testa di Lia crescono ogni giorno. Perché il papà ha perso il lavoro? Cosa importa a Mussolini se alcuni bambini vanno a scuola e altri no? Perché la tata Maria non può più stare con loro? Perché non può essere solo una bambina, una bambina e basta?