Questo libro è un ponte. Un dialogo aperto tra visibile e invisibile. Lavorare sul confine richiede delicatezza e attenzione. Portare fili di parole dentro il mistero del nascere, nel reparto di neonatologia, mi ha suggerito la ricerca dello sguardo e delle parole dei profeti senza nome: i bambini. Loro così collegati a cielo e terra sanno nominare ciò che conta e illuminare l’ombra con torce di visione.