Quando Gunnar Huttunen compare in un villaggio sperduto nel Nord della Lapponia e decide di rimettere in funzione il vecchio mulino delle Rapide della Foce, i contadini ridono di lui, prendendolo per pazzo. Chi mai potrebbe lanciarsi in un progetto tanto assurdo se non un folle? E anche se dovranno arrendersi all’evidenza dell’impresa riuscita, quello stravagante individuo dagli entusiasmi travolgenti, venuto a turbare gli equilibri della comunità, rivela un difetto che li conforta nella loro diagnosi precoce: nei momenti di tristezza, Gunnar ulula. Sono appunto le notti passate in bianco per i suoi ululati a fornire ai compaesani l’alibi per realizzare quell’unica idea liberatoria che hanno maturato: rinchiudere in manicomio il disturbatore. Ma con la complicità di altri più o meno fuorilegge – il portalettere Piittisjärvi, la vecchia guardia municipale Portimo e la tenera e adorata consulente orticola Sanelma Käyrämö – il mugnaio braccato si rifugia nei boschi, eremita innamorato e pieno di risorse che si batte per difendere la propria libertà. Sotto il ritmo avvincente e l’inconfondibile humour, Paasilinna sa far vivere la natura, raccontare un amore delicato, nascondere la sua satira contro la follia della società, il cinismo, l’ipocrisia, l’indifferenza di cui sono malati i «normali», e creare indimenticabili puri di cuore che, forse, salveranno il mondo.