Così Mantegna racconta la sua storia: la storia di un ragazzino costretto a difendere la propria vocazione da molti soprusi, e per fare questo obbligato anche a tacere le proprie emozioni, a lasciarle scorrere sotterranee, facendosi di roccia, tramutando l'ardore in freddo rigore ma avvertendo sempre, costante dentro di sé, la capacità di ascoltare e dare voce non solo al proprio dolore, ma anche a quello altrui.