Roma, 1896: una giovane donna si laurea in medicina, tra le prime in Italia, sfidando i pregiudizi dell’epoca. Lo stesso anno partecipa, a Berlino, al primo Congresso internazionale delle donne, come rappresentante di un’associazione femminista. È Maria Montessori, divenuta poi nota in tutto il mondo per il metodo educativo che porta il suo nome.
Questa è la sua storia, raccontata in prima persona, dal legame con i genitori alla passione per il teatro, dalle indecisioni sulla scuola superiore alle prime, scioccanti lezioni di anatomia e alla tesi sperimentale in psichiatria. Grazie ai suoi maestri e alla pratica in ospedale, tocca con mano l’importanza di una politica sociale attenta ai più bisognosi e alle donne. Crede fermamente nella parità dei diritti in famiglia e nella società, così come nel diritto all’istruzione, e su tali valori fonda il suo operato. Madre della pedagogia sperimentale, applica il suo metodo nella “Casa dei bambini”, inaugurata a Roma nel 1907: “Tutto suggeriva ai piccoli che in quel luogo erano liberi di muoversi e che erano invitati all’osservazione, al gioco, alla sperimentazione. […] E i miei bambini, potevo dirlo orgogliosa, imparavano davvero da soli, perché ogni cosa suggeriva un’azione, un fine”. Il libro nato da quest’esperienza viene tradotto in 36 lingue e Maria è chiamata dagli Stati Uniti all’India a parlare delle sue idee.
Teresa Porcella ne tesse un ritratto documentato e racconta ai ragazzi una donna coraggiosa e determinata, che si è dedicata al miglioramento della società mediante l’educazione, nella speranza di poter costruire, grazie a essa, un mondo di pace.