“Il testo originale di Biancaneve, dei fratelli Grimm, fu pubblicato per la prima volta in Germania, nel 1812. In quella versione, non c’è traccia di nani dall’aspetto buffo o innamorati, non ci sono baci principeschi e non c’è un lieto fine, ma la morte violenta e spietata inflitta da Biancaneve alla regina, bruciata viva davanti agli invitati al matrimonio”. Beatrice Alemagna parte da questa riflessione per chiedersi quale sia la verità del racconto e dove si trovi il ‘bene’ nell’idea originale dei Grimm. Si risponde ribaltando il punto di vista di questa fiaba ultra nota: la voce che racconta, qui, è quella della perfida e terribile regina, accolta dall’autrice per avvicinare il Male e tentare di comprenderne la logica perversa e farne, in qualche modo, esperienza. Addio, Biancaneve ci ricorda, ancora una volta, l’importanza di leggere le fiabe ai bambini, in tutta la loro spietata verità.